domenica 20 gennaio 2008

STORIA TRISTE D’UN PADANO POVERO, MA NON ABBASTANZA

STORIA TRISTE D’UN PADANO POVERO, MA NON ABBASTANZA

Di Matteo Salvini

Si chiama Stanislao, ha 62 anni, è invalido al 70%, soffre di diabete, ha tanta voglia di lavorare, di fare qualsiasi lavoro e di vivere una vita normale.

Si è separato, è venuto nella grande Milano ma ha diversi difetti: non si droga, non beve, non è mai stato in galera e non è un clandestino. Anzi, ha l’aggravante di essere padano, veneto per l’esattezza, e di aver lavorato per trent’anni fino a quando la sfortuna e le vicende familiari non lo hanno messo in strada. Milano gli ha offerto un letto nel dormitorio di viale Ortles ed in quello di via Saponaro, tra immigrati ubriachi, risse e preservativi. Ma poi l’hanno sbattuto fuori anche da qua, perché non era abbastanza povero e doveva lasciare spazio a qualche clandestino.

L’ho incontrato questo pomeriggio, venerdì 18 gennaio anno del Signore 2008, e ho parlato con una persona ricca di dignità e di voglia di lavorare. Vedremo cosa riusciremo a fare, magari parlando tramite radio e televisione a quei tanti padani che prima di aiutare gente che arriva da lontano vorrebbero magari aiutare chi è nato in casa nostra. Il veneto Stanislao si prepara a rientrare nel dormitorio di via Barzaghi, fra rumeni ubriachi e gente che di lavorare e di tornare a vivere una vita normale proprio non ne ha voglia. Bisogna entrare tutte le sere entro le 21 e sloggiare tutte le mattine entro le 7,30 e durante il giorno passare delle ore a bere, a rubare o, pochini in verità, a cercare un lavoro. “Adesso vado e cercherò di trovare i soldi per il biglietto del tram”, mi ha detto. “Ma cosa te ne frega, viste le tue condizioni e come ti trattano penserai mica di pagare il biglietto del tram”, gli ho risposto. “Ma è un servizio pubblico, è giusto che io lo paghi”, risponde secco. Stanislao esce dal portone del Comune e io mi incazzo come una bestia se penso a tutte le volte che mi sento dire che bisogna aiutare, ospitare, dialogare, integrare… gli altri!

da La Padania del 19/01/08

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